Bonnanaro

Il paese nasce indicativamente intorno all’anno 1000 d.C. Anticamente si chiamava “Gunar”, poi trasformatosi in “Guannanor” ma anche Govanor, da cui la scelta del logo della dimora legato anche al ritrovamento nella casa della scultura medievale raffigurante la testa di un giudice che quasi certamente può aver governato il territorio.

Bonnanaro si trova a una manciata di km. da Sassari ed Alghero, ma neppure troppo distante da Olbia e la Costa Smeralda, dolcemente situato alle pendici orientali del monte Pelao (m.730) presenta un territorio collinare ricco di acque, alberature di ulivi e querce, di vigneti e ciliegi rinomati. A nord del suo territorio, il monte Santo domina imponente con la caratteristica piramide tronca (m. 733) il Logudoro, sul pianoro terminale del monte sorge la chiesa dei Ss. Enoch ed Elia, prima sede benedettina della Sardegna.

Nell’invidiabile posizione geografica denominata Meilogu, regione storica della Sardegna che può essere considerata una sub-regione del Logudoro (Logu de Oro) il nome significa “luogo di mezzo” (di Torres) può con analogia al luogo d’oro intendersi luogo migliore.

Bonnanaro ha legato il suo nome a una delle culture più arcaiche risalenti al Bronzo antico (2200-1800 a. C.) “La cultura di Bonnanaro” esemplificata nella tomba ipogeica (domus de janas, letteralmente “casa delle fate”) di Korona Moltana località a 2 Km. a Sud-Est del centro abitato, con i ritrovamenti (1889) di reperti di vasellame, scodelle, tazze, vasi tripodi (la cultura del vaso campaniforme) espressione delle genti che abitarono il territorio fra il neolitico e l’età del bronzo. Gli scavi archeologici hanno permesso di rinvenire anche scheletri umani, sepolti con preziosi corredi funerari costituiti da suppellettili di ceramica ora custoditi presso il museo Sanna di Sassari.

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